Il racconto di una lunga notte dell’estate 2018
III Parte
di Gaetano Prencipe
Mentre, tra questi pensieri, Sarah cerca di riprendere la lettura, ripartendo ogni volta dall’inizio del capitolo, i lamenti che arrivano dalla finestra del balcone le appaiono sempre più chiari e insistenti.
Ad un certo punto, complice anche il vento, le era davvero sembrato che si trattasse di grida umane. Avvicinandosi alla finestra e mettendoci più attenzione, capisce invece che si tratta dei lamenti di un gatto, capaci però di lacerare ugualmente il silenzio della notte in maniera straziante.
“Che fare?- si chiede incredula – “Possibile che nessuno le senta?”.
In effetti, non è l’unica ad essersene accorta. Una volta sul balcone vede che anche altri vicini si sono affacciati per capire da dove vengano quei lamenti, così simili a grida di aiuto.
Smettono per qualche minuto e poi riprendono.
Dai balconi però non si vede nulla. In strada non c’è più nessuno. Sono quasi le due.
Uno alla volta i vicini decidono di rientrare.
“Ci pensasse il Comune!” – dice qualcuno chiudendo la finestra.
“Speriamo però che la smetta di miagolare in questo modo. E’ insopportabile!”, aggiunge un altro.
“Sarah, rientriamo in casa” – le sussurra la mamma, che nel frattempo l’aveva raggiunta sul balcone. “Magari domattina proviamo a chiamare l’ente per la protezione degli animali. Credo che sia presso il canile comunale. Non so però se si occupa anche dei gatti. Ammesso che si tratti davvero di un gatto.”
“Mamma, non possiamo tornare a letto e far finta di nulla!”, le risponde Sarah. “Come possiamo dormire tranquille se sappiamo che in questo momento qualcuno ha bisogno del nostro aiuto, fosse anche solo un gatto”.
“Ma cosa possiamo fare noi, salvo chiamare i Vigili del Fuoco o il Comune? C’è chi è preposto per questo ed è anche pagato per farlo”, ribatte la mamma.
“Come fai a dirlo se prima non te ne rendi conto di persona? Se possiamo fare qualcosa di utile abbiamo l’obbligo di farlo. Non possiamo restare indifferenti.”
“Senti Sarah, fai quello che vuoi. Io domani ho gli esami di maturità a scuola ed ho bisogno di riposare. Per cui vado a letto”.
Sarah invece aveva già deciso di scendere in strada. Si mette addosso il vestito nero della sera precedente e corre giù velocemente.
Fine terza parte
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