di Siponta De Leo e Nicola di Bari
Una premessa
La teoria dei vantaggi comparati o più semplicemente della specializzazione del lavoro risale ad Adam Smith, l’inventore della teoria economica, poi ripresa molto più efficacemente da David Ricardo, altro gigante dell’economia classica, da cui molto ha preso Karl Marx per sviluppare le sue teorie sul modo di funzionare del sistema capitalistico. Adam Smith (nel testo di economia più celebre al mondo, “La Ricchezza delle Nazioni”, pubblicato nel 1776) e David Ricardo (nel suo “Principi di Economia Politica”, del 1819), affermavano che per dare sviluppo economico e sociale al proprio Paese, città o territorio che sia, bisogna produrre ciò che sa fare meglio quel Paese, quella città o quel territorio rispetto a tutti gli altri, concentrarsi in altre parole sui propri vantaggi comparati che sono le risorse materiali, immateriali, umane che hanno nella loro specificità ed in qualche modo unicità.
Oggi con l’economia ormai globalizzata questo concetto viene meglio definito come divisione internazionale del lavoro e della produzione. A distanza di oltre due secoli il principio rimane in tutta la sua concretezza. Ed è proprio sulla base della teoria dei vantaggi comparati che bisogna creare il modello di sviluppo di un Paese, di una città, di un territorio, percorrere altre strade è fallimento sicuro, costruito, alimentato da una ragionata azione politica e collettiva oltre che dall’impulso coraggioso e creativo degli imprenditori.
I vantaggi comparati della città di Manfredonia: la risorsa mare.
Non c’è ombra di dubbio che la risorsa mare è un forte vantaggio comparato che la città di Manfredonia ha e, che avrebbe dovuto sfruttare quale risorsa economica importante sia nell’ambito del settore turistico che in quello della pesca e delle sue dotazioni infrastrutturali quali il porto industriale, commerciale e turistico. La presente analisi si limiterà al solo settore turismo ed evidenzierà come questo importante vantaggio comparato sia stato ignorato e trascurato ai fini dello sviluppo economico della città preferendo altri modelli di sviluppo per lo più industriali calati dall’alto che si sono dimostrati tutti fallimentari.
I dati che di seguito si riportano dimostrano che Manfredonia oggi non può essere considerata una città ad attrazione turistica, nonostante né abbia tutte le caratteristiche naturali, storiche, culturali e perfino identitarie.
Il contributo in termini di valore aggiunto (PIL) che il turismo ha nell’economia della città (dati 2017) è pari a circa 13,5 mln di euro, stimato sulla spesa media delle presenze di turisti in Città (circa 80 euro a presenza). Rispetto alla ricchezza totale prodotta dalla città pari a Euro 864 mln, l’incidenza percentuale è pari all’1,5% sul totale. In termini occupazionali il settore turismo impiega in media ogni hanno circa 570 unità pari al 3,76% sul totale popolazione occupata pari a 15.165 unità
Il numero di arrivi per l’anno 2017 nella città sono stati pari a 42.720 per un totale presenze di 168.725. Il soggiorno medio in città è stato di 3,9 giorni. Rispetto al totale arrivi e presenze di flussi turistici nell’area Garganica, Manfredonia intercetta solo il 3,65% degli arrivi e presenze dell’intera area Garganica, pari a 3,9 mln di presenze. La presenza media nell’area Garganica è pari a 5,2 giorni.
Sul totale arrivi pari a 42.720 gli stranieri sono stati 7.814 pari al 18% sul totale, le presenze degli stranieri sono state 28.065 su un totale di 168.725, in termini percentuali pari al 14% con una soggiorno medio giornaliero di 3,6 giorni.
Questi dati dimostrano con tutta evidenza che le risorse mare, cultura e identità storica della città nonostante sia un vantaggio comparato da sfruttare non è stato mai considerato tale in un progetto di sviluppo economico e sociale della città. In altre parole oggi siamo dove i nostri pensieri e le nostre azioni ci hanno portato: una città senza alcuna identità economica; né industriale, né turistica e neanche orientata ai servizi.
Pianificare un nuovo modello di sviluppo – La filiera turistico – culturale
Per lo sviluppo economico, occupazionale e sociale della città di fondamentale importanza è rilanciare la filiera turistico-culturale che unisce il paesaggio dei beni culturali ai tratti distintivi dello stile di vita della nostra terra.
Il Turismo deve essere messo al centro della programmazione strategica della città. Occorre lanciare un grande progetto di racconto della nostra terra lungo tre direttrici.
La prima: informazione e promozione digitale, soprattutto attraverso i social network. Con internet la domanda di turismo è cambiata molto. Una recentissima ricerca di Google evidenzia che più del 68% degli individui consulta la rete prima di decidere dove andare; mentre il 61% considera internet la principale sorgente di ispirazione (contro il 30% di tv e stampa) e nell’80% dei casi la pianificazione di dettaglio di un viaggio viene ormai decisa online.
La seconda è quella della promozione di una nuova offerta, che superi il concetto di destinazione e privilegi invece quello di esperienza di viaggio. Se si vuole attrarre turisti è necessario organizzare una proposta che corrisponda alle motivazioni che stanno alla base della scelta di un viaggio celebrando le specificità nell’ambito dell’eno-gastronomia e della cultura, che sono quelle in grado di generare il maggior valore aggiunto nella presenza turistica. Il binomio cultura-turismo e la valorizzazione dei territori, in relazione al loro potenziale eno-gastronomico, sono gli elementi chiave della nuova comunicazione digitale.
La terza, ma non meno importante dimensione del cambiamento, riguarda il format del racconto, un format, che deve saper combinare informazioni pratiche (servizi, logistica e sicurezza) ad una narrativa quasi cinematografica epica: creare nel potenziale turista una vera e propria esperienza di anticipazione.
E’ ormai tempo di pianificare seriamente e consapevolmente lo sviluppo futuro della città tutto concentrato sui suoi vantaggi comparati di cui il primo è più importante è sicuramente la risorsa mare.
Dott.ssa Siponta De Leo – Docente MIUR – Ministero dell’Industria e dell’Università e della Ricerca – Master’s of Tourism Management
Dott. Nicola di Bari – Economista di Impresa GEI – associazione che raggruppa affermati economisti che operano nei più importanti centri di ricerca economica del Paese, in primari istituti bancari, nel settore industriale e dei servizi oltre che del mondo universitario.
***** Questo è il primo di una serie di articoli su come concretamente agire per fare della città di Manfredonia una destinazione turistica importante.
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