Sono 29 i progetti finanziati da “Community library” in provincia di Foggia, che mirano a rendere le biblioteche non solo dei luoghi adibiti a studio , ricerca e consultazione del patrimonio librario, ma anche a fare di questi luoghi dei veri e propri centri culturali, attorno ai quali tessere una rete sociale a servizio dell’intera comunità territoriale.
E’ proprio questo l’obiettivo che la Regione Puglia si è prefissatacon il progetto Smart In, una straordinaria e corposa iniziativa di promozione culturale, articolata in quattro specifiche aree (Community Library; Laboratori di Fruizione; Teatri Storici; Empori della Creatività), per un investimento totale di circa100 milioni di euro.
All’interno del piano delle Community Library, definite nel bando regionale come “un presidio di partecipazione e coesione culturale delle comunità; modello evoluto di biblioteca che offre servizi innovativi per la promozione della lettura”, il finanziamento maggiore in Provincia di Foggia (di circa 2 milioni sui 9 complessivamente assegnati) spetta al progetto “MyCult”.
Il progetto, a valenza extra cittadina, è stato presentato da sei comuni garganici (San Giovanni Rotondo, capofila dell’iniziativa; Cagnano Varano; Carpino; Mattinata; MonteSant’Angelo e Manfredonia;), che si sono associati per concorrere nelle quattro macro aree designate dal bando per il settore biblioteche: lavori, forniture, servizi e altre attività.
Ma cosa potrà far sì che una civica biblioteca, come la nostra, diventi una biblioteca di comunità, secondo le intenzioni del bando regionale? In che modo potranno attivarsi gli auspicati processi socio-culturali volti a costruire o ricostruire identità e relazioni tra abitanti e territori? Di quale tipo di innovazione ci sarà bisogno? Basteranno gli investimenti in tecnologia e attrezzature multimediali? In che modo si promuoverà la lettura in realtà come la nostra in cui si legge davvero così poco?
E poi, siamo così sicuri che, volendo andare oltre le tradizioni ed il folklore, vi sia un vero senso comunitario nelle nostre varie realtà cittadine? Che vi sia cioè quel sentimento di coesione che fonda le sue radici nelle comuni origini, nei comuni interessi e nei comuni obiettivi di fondo di cui le Community Library vorrebbero essere il presidio?
In altri termini, perché le biblioteche diventino dei beni comuni, occorre che le comunità le sentano come beni essenziali per la qualità del loro vivere quotidiano e del loro futuro.
Oggi le biblioteche sono viste soprattutto come un luogo di raccolta e di deposito di fondi librari, di archivi e scaffali di libri di cultura varia, poco e male aggiornati, dove per lo più ci si reca solo per studiare, rimanendo magari isolati ad ascoltare musica o a navigare sul proprio smartphone.
Per diventare un luogo di crescita, di dialogo collettivo in cui la comunità possa rispecchiarsi e crescere, occorre anche andare oltre il più elementare concetto di cultura come semplice erudizione personale. Solo se si concepirà la cultura come insieme condiviso e riconosciuto di norme, valori, tradizioni, saperi e tecniche proprie della realtà umana, potremmo sperare che la comunità si consolidi e con essa la città, la civitas latina, frutto di un unione di cives, di cittadini.
Per far questo, l’uso delle nuove tecnologie può essere determinante per potenziarne l’attrattività e per farne un centro motore di nuove iniziative.
Per ora è presto per dirlo.
Molto dipenderà dai progetti presentati e dalla loro attuazione.
Di sicuro occorrerà il coinvolgimento attivo, e non una mera partecipazione passiva, delle comunità interessate.
Al momento, nell’ambito del progetto MyCult”, sappiamo della quota di finanziamento spettante ai Comuni di San Giovanni e di Monte Sant’Angelo e di cosa intendano farne, avendo entrambi pubblicizzato i loro sotto-progetti sia sul loro sito ufficiale sia con comunicati stampa dai toni entusiastici.
Si parla di rete con il Sistema Bibliotecario Nazionale e le biblioteche scolastiche, di sistemi multimediali, caffè letterari, laboratori creativi (per pittura, teatro e cinema), connessioni internet e di altri servizi innovativi (tutti declinati con nomi in inglese: Mybook, Mypeople, Myhistory, Mystory e Mygame).
Stranamente, nulla si sa del sotto-progetto presentato dal Comune di Manfredonia. Sul sito ufficiale non
ve n’è alcuna traccia. C’è solo la delibera di indirizzo che autorizza la partecipazione all’avviso pubblico regionale e la delega al comune capofila per la sottoscrizione dei relativi atti.
Viste le potenzialità dei progetti presentati dagli altri comuni , ma soprattutto visti i limiti della nostra struttura bibliotecaria nei materiali librari, nelle postazioni informatiche, nel sistema di catalogazione , nell’assenza di un caffè letterario e di servizi volti alla promozione della lettura, non si spiega il perché di tanto silenzio.
Aspettiamo per parlarne.
Domenico A. Capone
No Comment