Negli scorsi anni l’Abbazia di San Leonardo in Lama Volara è stata destinataria di un corposo finanziamento di 11 milioni di euro da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali , oggi Ministero della Cultura – MIC (a valere sul Programma POIN “Attrattori culturali, naturali e turismo – 2007-2013” e sul Programma Operativo Nazionale “Cultura e Sviluppo FESR 2014 – 2020) per lavori di recupero e di valorizzazione di quello straordinario complesso architettonico.
In particolare, i lavori oggetto dell’appalto hanno riguardato la ricostruzione della parte del complesso abbaziale che era andata distrutta, il consolidamento strutturale della chiesa e, il restauro dei paramenti murari, l’adeguamento funzionale degli interni, la realizzazione del parcheggio e altre opere di sistemazione degli esterni. nonché la realizzazione di un museo multimediale.
Il finanziamento, gestito direttamente dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia, ha in effetti consentito l’appalto dei lavori, che sono stati realizzati e ultimati nel 2016, tranne quelli per l’allestimento del museo multimediale, che da allora risultano inspiegabilmente sospesi (se ne può avere un’idea sbirciando il rendering del Museo presente sul sito www.guicciardinimagni.it dello Studio Guiciardini & Magni Architetti, che si sono aggiudicati la gara di progettazione in ATI con altri studi tecnici).
Pensato per costituire il primo punto di informazione e di conoscenza del vasto patrimonio storico, archeologico, artistico e ambientale del nostro territorio, nella prospettiva di un suo rilancio turistico, il Museo multimediale avrebbe dovuto ospitare anche lo straordinario crocifisso ligneo, oggi in Cattedrale, oltre a numerosi reperti ad oggi sconosciuti ai più. Per altro, la mancata apertura del Museo impedisce anche l’accesso ai diversi ambienti dell’Abbazia ricostruiti grazie ai fondi generosamente messi a disposizione dal Ministero.
E’ mai possibile un ritardo così enorme, senza che alcuno senta il dovere di darne una plausibile giustificazione? Ci sarebbe materia anche per un’interrogazione parlamentare, che altri potrebbero presentare, mentre chi scrive si preoccuperà di presentarla in Consiglio comunale all’Amministrazione in carica perché si attivi e solleciti chi di dovere, nella speranza che si riesca a riprendere e ad ultimare i lavori e che si possa mettere fine ad una delle tante storie di ordinaria paralisi burocratica, che spesso vedono nella nostra atavica rassegnazione la migliore alleata.
Gaetano Prencipe*
*dal “Diario minimo di un consigliere comunale”.
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